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Il Lanificio Marzotto dalle origini ai giorni nostri

Luigi Marzotto fu l'unico imprenditore tessile a sopravvivere alla crisi del primo ventennio dell'800. Egli aveva capito che il futuro della sua attività stava nella meccanizzazione e in una riorganizzazione accentrata del lavoro. Nel 1829 aveva infatti fatto arrivare da Como due MACCHINE da PANNI. Nel 1836 riunisce definitivamente le varie lavorazioni, sparse per il territorio, in un unico edificio, primo nucleo di quello attuale. Gli operai sono appena venti. Nei decenni successivi introduce nuovi macchinari e crea un reparto di filatura. Agli anni 1865-1867 risale l'introduzione della prima Macchina a vapore e del primo Turbine idraulico.

Tra il 1889 e il 1890 vengono introdotte altre nuove tecnologie al fine di affrontare il mercato internazionale e assunti tecnici stranieri per insegnare il loro uso. Il numero di operai è arrivato a 600. Un ulteriore salto di qualità viene fatto con l'acquisto di un complesso di macchinari alsaziani per il lavaggio e la pettinatura della lana. Quando nel 1910 muore Gaetano Senior, figlio di Luigi, il Lanificio va in eredità al figlio Vittorio Emanuele che, per aggiornarsi sulle nuove tecnologie, visita con il figlio Gaetano junior, industrie francesi, inglesi e tedesche. Iniziano nel frattempo gli investimenti in nuovi impianti idroelettrici. Dopo la morte di V. Emanuele prende le redini della fabbrica Gaetano junior, che opera una radicale ristrutturazione impiantistica e organizzativa: rinnovo e ampliamento dei fabbricati, espansione degli impianti e acquisizione di altri complessi produttivi. Contemporaneamente dà avvio alla progettazione e costruzione della Città Sociale (vedi sotto)

Dopo l'introduzione dell'autarchia (1934), con la conseguente limitazione dell'importazione di lana, il Lanificio è costretto ad introdurre, accanto alla lavorazione della lana, quella delle fibre artificiali. Contemporaneamente cerca di procurarsi materie prime costruendo nelle colonie italiane in Africa settentrionale fattorie con allevamento ovino e produzione di fibre tessili vegetali. Dopo la temporanea crisi di tutto il comparto tessile intorno al 1936, con drastica riduzione sia della produzione che del personale, l'attività riprende, tanto che nel 1948 il numero di dipendenti raggiunge la quota di 15.000. Agli inizi degli anni '50 il Lanificio attua una forte riduzione  del personale, che viene parzialmente assorbito dalle prime produzioni di confezioni maschili e femminili.

Gaetano junior muore nel 1972. Negli anni successivi l'incremento delle attività legate all'abbigliamento, l'acquisizione di aziende italiane e straniere, la delocalizzazione della produzione e l'avvio di un importante processo di modernizzazione, sia a livello gestionale che delle  relazioni industriali, porteranno la Marzotto a diventare una delle aziende di punta del Tessile-Abbigliamento sul mercato internazionale.

Oggi, a causa della forte delocalizzazione e della grave crisi internazionale, La Manifattura lane Marzotto di Valdagno ha ridotto drasticamente sia la produzione che il numero di addetti.

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